I progressi registrati dall’economia cinese a partire dal 1978 sono stati straordinari, il ritmo di crescita è stato ampiamente superiore al tasso medio mondiale e la Cina appartiene oggi a quel ristretto gruppo di paesi in via di sviluppo che in pochi anni sono quasi riusciti ad equiparare i livelli di reddito dei paesi industrializzati. Sull’onda della globalizzazione la Cina negli ultimi anni, si è andata sempre più configurando come la “miniera d’oro” di quei paesi industrializzati in cerca di manodopera a buon mercato, diventando così l’officina manifatturiera del mondo, in particolar modo delle imprese asiatiche; e non ultimo, la Cina ha anche portato a termine con successo il proprio inserimento nell’economia globale e nel 2001 è entrata a far parte dell’OMC, divenendo poco dopo il sesto paese esportatore mondiale. Lo studio della lingua e della cultura cinese diventa quindi fondamentale per interagire con un mondo a noi “quasi sconosciuto” e che spesso ci trasforma in critici eloquenti contro una cultura ancora da scoprire.

Lo scopo del corso è stato quello di fornire allo studente una base di conoscenze volte a sviluppare la curiosità verso l’Oriente e per capire le differenzi sostanziali tra una lingua grafemica e una lingua fonetica.

A differenza dell’italiano e delle lingue europee, il cinese infatti non è una lingua alfabetica, ma grafematica: ad ogni carattere corrispondono cioè una sillaba e un significato. La lingua cinese è nata come una lingua monosillabica e ancora oggi alcune parole sono formate da una sola sillaba e quindi corrispondono ad un solo carattere. Nella lingua moderna, però, la maggior parte delle parole è formata da due sillabe, e quindi da due caratteri, ma ci sono anche parole, soprattutto di derivazione straniera, che sono composte da tre o quattro caratteri.



Lo scoppio della pandemia e i continui attacchi verso la Cina hanno suscitato in me il desiderio di condividere anche gli aspetti positivi di un Paese spesso oggetto di innumerevoli critiche ma che a distanza di anni continua ad affascinarmi.
Tra passato e presente la Cina ci avverte
Ad agosto la Cina
Mi è sembrata Vicina
Ma in meno di un anno il mondo è cambiato
Mostrando un paesaggio disabitato
Un viaggio tra amici, amori e nipoti acquisiti
Che nelle sue difficoltà ha regalato ricordi infiniti
Il desiderio di tornare in quel lontano continente
Era assai fiorente
Ma in soli sei mesi il pensiero si è annebbiato
Trasformando quei ricordi in un triste commiato
A pochi giorni dalle idi di Marzo
Il terrore si era ormai sparso
La paura e l’incertezza
Assediavano la nostra fortezza
Del viaggio a Salamanca
qualcosa ci manca
Amori, scoperte e nuove esperienze
Si tramutarono presto in mere adempienze
Docenti e studenti si strinsero insieme
Per piantare un nuovo seme
Quello dell’istruzione a distanza
Divenuta ormai una nuova istanza
Trovare un metodo che conviene
Per una realtà che non ci appartiene
Tra passato e presente
La Cina ci avverte
L’isolamento è la cura
Per la nostra paura
Errore o destino
Questo è il castigo
Un virus in rivolta
E la vita è stravolta
Un eccesso di zelo
Sconvolge il cielo
L’acqua scorre e la vita corre
Ma nessuno accorre
La solitudine
la nostra abitudine
Il presagio di morte
È ormai alle porte
Cittadini inermi
e decreti fermi
L’incertezza,
una grande amarezza
Governi confusi e ministri incompetenti
tengono a bada i più prepotenti
Studenti ignari del proprio destino
cercano nei docenti la luce che gli illumini il cammino
Nelle lezioni a distanza
La pretesa avanza
Tra vincenti e perdenti
Si stringono i denti
Il vuoto incombe
nelle tombe
nulla è concesso
in questo processo
Farsi forza e andare avanti
Mentre dilagano i mendicanti
Un virus imponente
Non ti rende intelligente
Ma se uscirai incolume da quest’esperienza
Dovrai ringraziare la tua coscienza
Tra passato e presente la Cina ci avverte.
Prof.ssa Juanita Speranza